escalation di violenza in Medio Oriente

MO, l’Iran apre nuovi fronti di guerra in Pakistan, Iraq e Siria

Theran decide di allargare il conflitto lanciando missili balistici su “obiettivi strategici” dislocati nei tre Paesi. Israele intensifica i raid su Gaza

MO, l’Iran apre nuovi fronti di guerra in Pakistan, Iraq e Siria

La situazione in Medio Oriente si fa sempre più tesa e pericolosa. L’Iran ha aperto nuovi fronti di conflitto, bombardando il Pakistan, l’Iraq e la Siria con missili e aerei. Il Pakistan ha denunciato una “violazione ingiustificata” della sua sovranità e ha minacciato “gravi conseguenze”. Israele ha risposto con una nuova ondata di attacchi su Gaza, dove il bilancio delle vittime sale a oltre 24 mila. Hamas ha confermato la morte di due ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre. La comunità internazionale si dice preoccupata e chiede una soluzione pacifica.

 

Attacco iraniano sul Pakistan: due bambini uccisi

Il ministero degli Esteri pakistano ha accusato l’Iran di aver effettuato ieri “attacchi aerei illegali” sul suo territorio, causando la morte di due bambini e il ferimento di altre tre bambine. In una nota, il dicastero ha affermato di aver convocato il rappresentante iraniano a Islamabad per protestare contro “una violazione inaccettabile del suo spazio aereo”. Il comunicato non ha precisato dove sia avvenuto l’attacco, ma fonti locali hanno riferito di esplosioni nella provincia del Baluchistan, al confine tra i due paesi. L’Iran non ha ancora commentato l’accaduto.

Il Pakistan ha espresso la sua “profonda preoccupazione” per l’azione unilaterale dell’Iran, che ha definito “incompatibile con le relazioni di buon vicinato e in grado di compromettere la fiducia bilaterale”. Il ministero ha ricordato che il terrorismo è una “minaccia comune” a tutti i paesi della regione e ha richiesto una “azione coordinata” per contrastarlo. Il Pakistan ha sottolineato che esistono “diversi canali di comunicazione” tra Islamabad e Teheran e ha invitato l’Iran a rispettare la sovranità del Pakistan.

 

Iran, missili su Iraq e Siria: obiettivo Israele e Usa

L’Iran ha intensificato la sua presenza militare in Medio Oriente, lanciando missili balistici sull’Iraq e la Siria. Lo ha annunciato il portavoce dei Guardiani della Rivoluzione, il generale Ramezan Sharif, in una conferenza stampa. Il generale ha detto che gli attacchi sono stati effettuatiin risposta alle azioni ostili di Israele e degli Stati Uniti, che creano insicurezza nella regione”. Il generale ha aggiunto che i missili hanno colpito “obiettivi strategici” dei nemici dell’Iran, senza fornire ulteriori dettagli.

Secondo fonti irachene, i missili iraniani hanno preso di mira una base aerea nella provincia di Anbar, dove sono dislocati soldati americani. Secondo fonti siriane, i missili iraniani hanno preso di mira una base militare nella provincia di Deir Ezzor, dove sono presenti milizie filoiraniane. Il generale Sharif ha affermato che gli attacchi sono stati anche una “vendetta” per l’attentato di inizio mese a Teheran, che ha causato la morte di 12 membri dei Guardiani della Rivoluzione e di decine di civili. L’attentato è stato rivendicato dal gruppo jihadista Stato Islamico.

 

Israele, raid su Gaza: 13 morti a Khan Yunis

Israele, intanto, continua la sua offensiva su Gaza. Ieri sera, l’aviazione e l’artiglieria israeliane hanno bombardato la città di Khan Yunis, nel sud della Striscia, provocando la morte di 13 persone e il ferimento di molte altre. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti mediche. I raid hanno distrutto diversi edifici residenziali e hanno danneggiato le strutture sanitarie degli ospedali Nasser e Al-Amal.

Poco prima, il Ministero della Salute palestinese gestito da Hamas aveva comunicato che il numero dei morti a Gaza nelle ultime 24 ore era salito a 158. Da inizio ottobre, sono almeno 24.285 le persone uccise dall’offensiva israeliana, secondo la stessa fonte. Tra le vittime ci sono anche due ostaggi israeliani rapiti da Hamas il 7 ottobre: Yossi Sharabi, 53 anni, e Itai Svirsky, 38 anni. Lo ha confermato il kibbutz di Beeri, di cui erano originari. I due erano apparsi in alcuni video diffusi da Hamas, insieme a Noa Argamani, 26 anni, catturata al rave di Reim. L’esercito di Israele ha negato di aver colpito l’edificio dove erano tenuti i tre ostaggi, come sostenuto invece da Hamas.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA