Verso il passaggio parlamentare

Manovra 2024, le ultime novità su pensioni, Ponte e violenza di genere

La commissione Bilancio del Senato ha dato il via libera agli emendamenti del governo, dei relatori e delle opposizioni. Salve le pensioni dei medici

Manovra 2024, le ultime novità su pensioni, Ponte e violenza di genere

La manovra 2024 entra nel vivo con l’esame degli emendamenti in commissione Bilancio del Senato. Dopo una lunga seduta notturna, terminata alle 6 del mattino di lunedì 18 dicembre, la commissione ha dato il via libera agli emendamenti del governo e dei relatori, oltre a quelli unitari delle forze di opposizione, che hanno destinato 40 milioni di euro al contrasto alla violenza sulle donne e 2 milioni allo screening delle malattie rare e dei tumori. Tra le novità più rilevanti, ci sono le modifiche sulle pensioni dei medici e dei dipendenti pubblici, sui fondi per il Ponte sullo stretto e sulla cabina di regia per il disagio abitativo.

Con il via libera della commissione agli emendamenti, la manovra 2024 si avvicina al primo passaggio parlamentare. Venerdì 22 dicembre è previsto il voto di fiducia dell’aula del Senato, quindi l’approvazione definitiva della Camera dei deputati, che dovrebbe avvenire tra Natale e Capodanno. Si tratta di un iter accelerato, che il governo ha voluto per garantire la copertura finanziaria delle misure previste dalla legge di bilancio.

 

Le ultime novità sulle pensioni

La commissione Bilancio ha approvato un emendamento del governo che modifica l’articolo 33 della manovra, salvaguardando dalle riduzioni inizialmente previste le pensioni di vecchiaia di medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari. Restano invece tagliate le pensioni anticipate, con una mitigazione per i sanitari, che avranno una diminuzione di un trentaseiesimo del taglio per ogni mese in più di lavoro. Inoltre, i dirigenti medici e gli infermieri potranno scegliere di rimanere in servizio fino ai 70 anni. Il governo ha però fatto marcia indietro su un altro emendamento che avrebbe portato il pensionamento a 72 anni per i dirigenti medici ospedalieri, suscitando le proteste delle categorie interessate.

 

Fondi per il Ponte sullo stretto

La commissione Bilancio ha dato il semaforo verde anche a quattro emendamenti del governo che riguardano, tra le altre cose, la rimodulazione dei fondi per il Ponte sullo stretto di Messina, con una parte delle risorse prelevate dal Fondo di coesione. Si tratta di una misura che mira a sbloccare il progetto, che è stato oggetto di molte polemiche e ritardi. Il governo ha sostenuto che il Ponte sullo stretto è una priorità per lo sviluppo del Mezzogiorno e per il rilancio delle infrastrutture.

 

Violenza di genere: 40 milioni per il contrasto

La commissione Bilancio ha approvato anche l’emendamento con cui le opposizioni hanno deciso di impiegare tutti i 40 milioni di euro del “tesoretto” per le modifiche parlamentari per il contrasto alla violenza sulle donne. Si tratta di una scelta condivisa da tutte le forze di minoranza, che hanno voluto dare un segnale forte di sensibilità su una questione di civiltà e di emergenza sociale. I fondi saranno destinati a potenziare i centri antiviolenza, le case rifugio, le attività di prevenzione e sensibilizzazione.

 

Disagio abitativo: ok alla cabina di regia

La commissione Bilancio ha dato il suo assenso anche all’emendamento del governo che istituisce una cabina di regia per il disagio abitativo, con il compito di coordinare le politiche abitative a livello nazionale e locale. La cabina di regia sarà composta da rappresentanti del governo, delle regioni, dei comuni, delle associazioni di inquilini e proprietari, delle organizzazioni sindacali e sociali. L’obiettivo è quello di affrontare il problema della carenza di alloggi, della morosità incolpevole, degli sfratti, delle occupazioni abusive.

 

Medici, niente pensione a 72 anni

La giornata di ieri ha visto la decisione del governo di non presentare l’emendamento che avrebbe fissato a 72 anni l’età pensionabile per i dirigenti medici ospedalieri. Si tratta di un dietrofront rispetto a quanto annunciato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, a margine di una riunione tra governo e maggioranza in commissione Bilancio del Senato. L’emendamento, che avrebbe riguardato circa 15 mila medici, era stato motivato con la necessità di garantire la continuità assistenziale e di risparmiare sulle pensioni. Tuttavia, la proposta aveva scatenato le critiche dei sindacati e delle associazioni dei medici, che avevano denunciato una discriminazione e una penalizzazione della categoria.

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