Quattordicesimo giorno

Israele pronto a invadere Gaza, Usa intercettano missili da Yemen

La situazione in Medio Oriente si è ulteriormente complicata dopo il primo attacco coordinato tra Hamas e Hezbollah, ora uniti nella causa palestinese

Israele pronto a invadere Gaza, Usa intercettano missili da Yemen

La situazione in Medio Oriente si fa sempre più critica. Israele sembra ormai prossimo ad entrare a Gaza dopo il lancio di razzi da parte di Hamas e Hezbollah. Nel Mar Rosso, una nave americana ha abbattuto tre missili lanciati dallo Yemen.

La guerra tra Israele e Hamas, scoppiata lo scorso 7 ottobre con un attacco senza precedenti del gruppo islamista palestinese, non accenna a fermarsi. Per tutta la notte, Hamas ha lanciato una raffica di razzi verso il territorio israeliano, in risposta all’uccisione di quattro militanti in un’operazione delle forze speciali israeliane a Gaza. Alcuni dei razzi sono stati intercettati dal sistema antimissile Iron Dome, ma altri hanno colpito alcune aree abitate, causando danni e feriti.

Israele ha reagito con una serie di raid aerei contro obiettivi militari e civili nella Striscia di Gaza. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che il suo governo non tollererà alcun attacco da parte di Hamas e che l’esercito è pronto a lanciare un’offensiva terrestre per eliminare la minaccia. “Non esiteremo a entrare a Gaza se necessario. Non abbiamo paura di combattere e vincere”, ha detto Netanyahu in un discorso televisivo alla nazione.

 

Hezbollah si unisce alla provocazione

La situazione si è ulteriormente complicata quando Hezbollah, il movimento sciita libanese alleato di Hamas, ha deciso di unirsi alla provocazione e ha lanciato a sua volta una salva di razzi verso il nord di Israele. Secondo fonti militari israeliane, almeno 20 razzi sono stati sparati dal sud del Libano, ma nessuno ha raggiunto il territorio israeliano, cadendo in mare o in zone deserte. Israele ha risposto con colpi di artiglieria contro le postazioni di Hezbollah.

Si tratta del primo attacco coordinato tra Hamas e Hezbollah contro Israele dal 2006, quando i due gruppi scatenarono una guerra contro lo stato ebraico che durò 34 giorni e causò oltre 1.200 morti. L’azione congiunta dimostra la volontà dei due movimenti di sfidare Israele e di mostrare la loro solidarietà con la causa palestinese.

 

Mar Rosso, nave Usa abbatte missili da Yemen

Nel frattempo, nel Mar Rosso, una nave da guerra americana ha abbattuto tre missili lanciati dallo Yemen verso le acque internazionali. Si tratta della USS Mason, una nave missilistica della classe Arleigh Burke, che ha usato il suo sistema antimissile Aegis per intercettare i proiettili. I missili provenivano dal territorio controllato dagli Houthi, i ribelli sciiti sostenuti dall’Iran che combattono contro il governo yemenita riconosciuto dalla comunità internazionale.

La nave americana si trovava in missione di pattugliamento nel Mar Rosso, insieme ad altre unità navali della coalizione guidata dall’Arabia Saudita che interviene nello Yemen dal 2015 per contrastare gli Houthi. Si tratta del secondo episodio di questo tipo in meno di una settimana: lo scorso 15 ottobre, la USS Mason aveva già respinto un attacco simile nello stesso scenario.

 

La reazione della comunità internazionale

Gli eventi dele ultime ore hanno scatenato l’allarme nella comunità internazionale, che teme una nuova escalation di violenza in Medio Oriente. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato gli attacchi di Hamas e Hezbollah e ha chiesto a tutte le parti di mostrare la massima moderazione e di evitare ulteriori provocazioni. Ha anche espresso la sua preoccupazione per la situazione umanitaria a Gaza, dove vivono oltre due milioni di persone in condizioni di estrema povertà e isolamento.

Anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, da poco rientrato dalla sua missione in Israele, ha espresso il suo sostegno allo Stato ebraico e il suo diritto di difendersi dagli attacchi missilistici. Ha però invitato il governo israeliano a fare tutto il possibile per evitare vittime civili e a cercare una soluzione pacifica al conflitto con i palestinesi. Ha inoltre ribadito il suo impegno a sostenere gli sforzi diplomatici per porre fine alla guerra nello Yemen e a fermare l’ingerenza dell’Iran nella regione.

La situazione in Medio Oriente resta dunque molto delicata e incerta. Il rischio di una nuova guerra è alto e richiede la massima attenzione da parte della comunità internazionale. Solo un dialogo costruttivo tra le parti coinvolte può portare a una pace duratura e a una soluzione equa e sostenibile per i popoli della regione.

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