il delicato equilibrio geopolitico globale

Guerra Hamas-Israele: Usa, Russia e Iran temono l’escalation

La situazione in tutta Gaza è drammatica, mentre Israele uccide il capo dell’intelligence di Hamas. Biden in visita nella regione, ma Netanyahu non cede

Guerra Hamas-Israele: Usa, Russia e Iran temono l’escalation

La guerra tra Israele e Hamas continua a infiammare il Medio Oriente, con il rischio di coinvolgere altri attori regionali e internazionali. La Russia e l'Iran, ma anche gli Usa, hanno espresso la loro preoccupazione per l'aggravarsi del conflitto, che potrebbe sfuggire al controllo e provocare una crisi umanitaria e di sicurezza.

 

Gaza al collasso

La Striscia di Gaza, dove vivono circa due milioni di palestinesi, è sotto assedio da parte delle forze israeliane, che hanno lanciato centinaia di raid aerei e bombardamenti di artiglieria. Le infrastrutture civili sono state pesantemente danneggiate, comprese scuole, ospedali, centrali elettriche e reti idriche. La popolazione soffre per la scarsità di cibo, acqua, medicine e carburante. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il sistema sanitario è al collasso, con il 50% degli ospedali fuori servizio e il 40% dei medicinali essenziali esauriti.

Il bilancio delle vittime è salito a 2.808 palestinesi, tra cui 621 bambini e 359 donne, secondo il ministero della sanità di Gaza. Tra gli israeliani, si contano 1.400 morti, tra soldati e civili.

 

Israele uccide il capo dell'intelligence di Hamas

Israele ha annunciato di aver ucciso il capo dell'intelligence militare di Hamas, Mohammed Deif, in un attacco mirato nella notte tra sabato e domenica. Deif era considerato il cervello delle operazioni militari di Hamas e il responsabile del lancio di migliaia di razzi contro Israele. Era ricercato da Israele da oltre due decenni e aveva sfuggito a diversi tentativi di assassinio.

L'uccisione di Deif è stata vista come una rappresaglia per la morte di sei agenti israeliani in un'imboscata di Hamas venerdì. Tuttavia, la mossa ha anche scatenato la reazione furiosa dei militanti palestinesi, che hanno intensificato i loro attacchi contro Israele. Secondo l'esercito israeliano, sono stati sparati oltre 4.000 razzi da Gaza verso Israele dallo scoppio della guerra il 9 ottobre.

 

Biden in visita nella regione

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden arriverà domenica in Egitto, dove ha incontrato il presidente Abdel Fattah al-Sisi per discutere della situazione a Gaza e dei possibili modi per fermare la violenza. Biden che ha espresso il suo sostegno all'Egitto come mediatore tra le parti in conflitto, ha chiesto la riapertura del valico di Rafah, l'unico punto di accesso a Gaza controllato dagli egiziani.

Il presidente Usa ha anche ribadito il suo impegno per la sicurezza di Israele e il suo diritto alla legittima difesa, ma ha sottolineato la necessità di proteggere i civili innocenti e di alleviare la sofferenza dei palestinesi. Ha inoltre annunciato un pacchetto di aiuti umanitari da 100 milioni di dollari per Gaza.

Dopo l'Egitto, Biden si recherà mercoledì in Israele, dove incontrerà il primo ministro Benjamin Netanyahu e il presidente Reuven Rivlin. Si tratta della prima visita di un presidente americano in Israele dal 2016. Biden, che teme l'escalation del conflitto, cercherà di persuadere Netanyahu a accettare un cessate il fuoco con Hamas e a riprendere i negoziati per una soluzione pacifica del conflitto.

 

Netanyahu: "Non ci fermeremo"

Netanyahu, però, ha mostrato poca disponibilità a fermare l'offensiva militare contro Hamas, che ha definito una "minaccia esistenziale" per Israele. In un discorso televisivo domenica, Netanyahu ha detto che Israele continuerà a colpire i terroristi di Hamas "fino a quando non avremo raggiunto i nostri obiettivi". Ha anche accusato Hamas di usare i civili come scudi umani e di sfruttare la crisi umanitaria per ottenere concessioni politiche.

Netanyahu ha anche respinto le pressioni internazionali per un cessate il fuoco, sostenendo che Israele ha il sostegno di molti paesi, tra cui gli Stati Uniti, l'India, il Canada e l'Australia. Ha ringraziato Biden per il suo appoggio e per aver bloccato una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU che chiedeva una tregua immediata.

 

Russia e Iran temono l'escalation

La Russia e l'Iran, invece, hanno espresso la loro preoccupazione per l'aggravarsi del conflitto, che potrebbe avere ripercussioni negative sulla stabilità della regione. Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il presidente iraniano Hassan Rouhani sabato, in cui hanno concordato sulla necessità di fermare la violenza e di promuovere una soluzione politica basata sulla creazione di due stati, Israele e Palestina.

Putin e Rouhani hanno anche sottolineato il ruolo chiave dell'Egitto come mediatore e hanno espresso il loro sostegno agli sforzi diplomatici dell'ONU, dell'UE e della Lega Araba. Hanno inoltre condannato le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele e hanno chiesto la fine dell'occupazione e dell'assedio di Gaza.

La Russia e l'Iran sono due alleati strategici di Hamas e della Siria, che sono coinvolti in un altro conflitto nella regione. Entrambi i paesi hanno fornito aiuti militari e finanziari a Hamas e alla Siria, che hanno minacciato di intervenire in difesa dei palestinesi se Israele dovesse espandere la sua aggressione.

 

La guerra tra Israele e Hamas è quindi una sfida non solo per la pace e la sicurezza nel Medio Oriente, ma anche per l'equilibrio geopolitico globale. La comunità internazionale deve agire con urgenza per fermare il bagno di sangue e per favorire una soluzione giusta e duratura del conflitto.

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