nuova crisi nel Medio Oriente

Hamas attacca Israele, il mondo si divide tra sostegno e condanna

L’offensiva di Hamas contro Israele ha provocato centinaia di morti e ostaggi. Mentre alcuni Paesi appoggiano lo Stato ebraico, altri esprimono solidarietà

Hamas attacca Israele, il mondo si divide tra sostegno e condanna

Un attacco senza precedenti. Sabato 7 ottobre 2023, il gruppo islamista Hamas ha lanciato un attacco a sorpresa contro Israele, scatenando una nuova crisi nel Medio Oriente. L’operazione, denominata “Tempesta Al-Aqsa”, ha previsto il lancio di migliaia di razzi da Gaza verso il territorio israeliano, l’infiltrazione di miliziani armati via terra, mare e aria, e la cattura di decine di ostaggi tra civili e militari. L’attacco ha colpito diverse città e villaggi israeliani, tra cui Tel Aviv e Gerusalemme, causando almeno 300 morti e 1.900 feriti tra la popolazione ebraica.

Hamas ha rivendicato l’attacco come una risposta alle violazioni israeliane della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, considerata il terzo luogo santo dell’Islam. Il gruppo ha anche dichiarato di aver ricevuto il sostegno dell’Iran, suo principale alleato regionale, che gli avrebbe fornito armi e finanziamenti. 

Hamas è un’organizzazione terroristica riconosciuta da Israele, Stati Uniti, Unione Europea, Canada, Egitto e Giappone. Fa parte di un’alleanza che comprende anche Siria e Hezbollah in Libano.

 

La risposta di Israele

Israele ha reagito con forza all’attacco di Hamas, avviando una controffensiva militare denominata “Spade di ferro”. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che il paese è “in guerra” e che condurrà “una battaglia prolungata” per sconfiggere i terroristi palestinesi. L’esercito israeliano ha richiamato in servizio decine di migliaia di riservisti e ha bombardato la Striscia di Gaza con decine di aerei, colpendo obiettivi militari e centri di comando di Hamas. Secondo il ministero della Salute palestinese, i raid israeliani hanno provocato almeno 300 morti e 1.700 feriti tra i civili a Gaza.

Israele ha anche annunciato di aver ucciso diversi capi militari di Hamas, tra cui Mohammed Deif, il comandante delle Brigate Izz el-Deen al-Qassam, il braccio armato del gruppo. Inoltre, ha diffuso immagini che mostrano la distruzione dei tunnel sotterranei usati da Hamas per trasportare armi e miliziani. Israele ha anche chiesto ai civili palestinesi di lasciare Gaza, avvertendo che distruggerà tutti i covi di Hamas nell’enclave costiera.

 

Le reazioni internazionali

L’attacco di Hamas contro Israele ha suscitato diverse reazioni nella comunità internazionale. Molti Paesi hanno espresso la loro condanna al movimento fondamentalista di Gaza e il loro sostegno a Israele, riconoscendo il suo diritto all’autodifesa. Tra questi ci sono Stati Uniti, Europa compresa l'Italia, Canada, Australia, India e Giappone.

Il presidente statunitense Joe Biden ha denunciato il “terrorismo ingiustificato” delle milizie di Gaza e ha garantito un “sostegno solido e incrollabile alla sicurezza di Israele”. L’Unione Europea ha definito l’attacco di Hamas un “atto vile e inaccettabile” e ha chiesto una de-escalation della situazione.

D’altra parte, alcuni Paesi hanno espresso la loro solidarietà ai palestinesi e la loro critica a Israele, accusandolo di usare una forza sproporzionata e di violare i diritti umani. Tra questi ci sono Iran, Turchia dove Erdogan ha chiesto un cessate il fuoco, Pakistan, Qatar, Libano e Venezuela. L’Iran ha salutato la “fiera operazione dei combattenti palestinesi” e ha minacciato di intervenire militarmente in caso di aggressione israeliana. La Turchia ha condannato la morte di civili nei raid israeliani sulla Striscia di Gaza e ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU di agire per fermare le ostilità.

Alcuni Paesi hanno invece cercato di svolgere un ruolo di mediazione per contenere la crisi e favorire una soluzione pacifica. Tra questi ci sono Egitto, Russia, Cina e Norvegia. La Russia ha espresso la sua sorpresa per l’attacco di Hamas e ha offerto la sua disponibilità a facilitare il dialogo tra le parti. La Cina ha chiesto di fermare le ostilità.

 

Le prospettive future

La crisi tra Israele e Hamas sembra essere lontana da una soluzione, vista la determinazione delle parti a proseguire le ostilità. Il rischio è che il conflitto si estenda ad altre aree del Medio Oriente, coinvolgendo altri attori regionali come Iran, Siria, Hezbollah e Giordania. Inoltre, la violenza potrebbe alimentare ulteriormente l’odio e il risentimento tra israeliani e palestinesi, allontanando la possibilità di una pace duratura basata su due Stati sovrani e sicuri.

Per evitare questo scenario, è necessario che la comunità internazionale eserciti una forte pressione su Hamas per raggiungere un cessate il fuoco immediato e iniziare a parlare di negoziati politici. Solo così si potrà garantire la sicurezza e la dignità di tutti i popoli coinvolti in questo drammatico conflitto.

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