La visita ufficiale

Meloni e Biden e quel legame «indissolubile» tra Usa e Italia

Nonostante una piccola gaffe (vedi il tricolore italiano) e una conferenza stampa senza il presidente il viaggio diplomatico è stato comunque un successo

Meloni e Biden e quel legame «indissolubile» tra Usa e Italia

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nonostante una piccola gaffe (vedi il tricolore italiano) e sottolineature da parte dei suoi detrattori e non, che l’amministrazione Biden, a differenza di quanto fatto in precedenza con Sunak, Scholz e Macron, non ha concesso la conferenza stampa a due, da Washington fa il punto sul viaggio diplomatico che l’ha portata alla Casa Bianca.

 

La visita ufficiale negli Usa

Nella due giorni di visita ufficiale la premier prima ha incontrato a Capitol Hill i leader dei gruppi politici del Senato e, successivamente, lo Speaker della Camera dei Rappresentanti, Kevin McCarthy con il quale ha rilasciato dichiarazioni alla stampa. 

 

Nel pomeriggio l’incontro nello Studio Ovale con il Presidente degli Stati Uniti d’America Biden, a seguito del quale ha tenuto una conferenza stampa presso la sede dell'Ambasciata d'Italia. 

Nel bilaterale i due presidenti hanno ribadito il legame «indissolubile» tra Italia e Stati Uniti, discusso del Piano Mattei per l’Africa, della Tunisia e del Mediterraneo, della prossima Presidenza italiana del G7 e ovviamente del sostegno a Kiev. Meloni ha fatto anche sapere che il suo prossimo viaggio la porterà in Cina. «Intendo andarci – ha detto la premier -. Sono stata inviata più volte, sarà una delle prossime missioni ma non è stata ancora calenderarizzata perché mi devo anche occupare di politica interna». 

 

Nella seconda giornata, la premier ha visitato il Cimitero di Arlington con l'omaggio alla Tomba del Milite Ignoto e ha tenuto un piacevolissimo faccia a faccia con «Una delle mente più lucide, punto di riferimento della politica strategica e della diplomazia», l’ex segretario di Stato Usa e decano della diplomazia statunitense, Henry Kissinger

Al termine del «un lungo incontro» a Villa Firenze, la residenza dell’ambasciatrice d’Italia, – fa sapere palazzo Chigi in una nota – Meloni ha ringraziato Kissinger per il prezioso tempo che le ha dedicato, «un privilegio e un onore dialogare con lui sui temi della contemporaneità», ha detto Meloni, che ha concluso la sua missione con il ricevimento in suo onore sempre all’ambasciata. 

 

Il punto da Washington

La premier Meloni al termine dell’importante visita negli Stati Uniti ha fatto il punto su diverse tematiche di politica interna a partire dalla soddisfazione per il via libera da parte della Commissione europea alla terza rata del Pnrre per l'approvazione delle modifiche agli obiettivi della quarta rata.  In un'intervista a Skytg24 afferma che "i fatti dicono che il nostro governo è affidabile".

“Io ero anticipata da una propaganda falsa, che aveva raccontato l'ipotesi di un governo come un disastro della tenuta dei rapporti internazionali, della tenuta economica e delle istituzioni. Ma nella realtà quello che è emerso è un governo serio, affidabile, credibile, che pone con determinazione il tema dell'interesse nazionale, senza dimenticare gli interessi nazionali degli altri. Pongo delle questioni di interesse dell'Italia ma cercando anche punti di convergenza con gli interessi degli altri. Quando poniamo il tema del Mediterraneo e dell'Africa questo non riguarda solo l'Italia ma riguarda il ruolo dell'Occidente. E i nostri partner vedono che siamo seri, affidabili e credibili”, ha detto la premier.

 

 

Sul salario minimo Giorgia Meloni si è detta "disponibile e aperta" a un confronto con l'opposizione, anche se non crede che da parte della minoranza ci sia volontà di dialogo

"Sono io - dice- che ho aperto al dialogo sul salario minimo. Io ho fatto l'opposizione, non ho mai avuto problemi a dialogare ma buona parte dell'opposizione qualsiasi cosa tu faccia dice che non va bene e io lo considero un approccio sbagliato, che non è stato il mio". Meloni apprezza invece "quando vedo un approccio non pregiudiziale, ad esempio l'appello di Calenda sul salario minimo". 

"Io - prosegue- capisco il tema del salario minimo, è un tema per me sensibile garantire salari adeguati. Il dubbio che ho sul salario minimo è che possa diventare sostitutivo e non aggiuntivo. Se ci sono soluzioni possibili sono disponibile e aperta a parlarne perché quando parte dell'opposizione cerca il dialogo è giusto darlo. Spero sempre di trovare un'opposizione dialogante".

 

Sull'Africa da parte del presidente Biden “ho notato una consapevolezza di un tema che spiego o cerco di spiegare con dovizia di particolari in ogni contesto multilaterale”, risponde la premier durante l'intervista, "ma mi pare di riconoscere anche la consapevolezza che l'Italia può giocare in questo un ruolo, come posso dire, di portavoce, di leadership, di guida spero proprio per la capacità che ha anche di capire, diciamo, il punto di vista dei Paesi africani. Probabilmente senza il ruolo che l'Italia ha avuto sarebbe stato più difficile raggiungere l'accordo che è stato raggiunto tra Tunisia e Unione europea". 

Anche la conferenza sulle migrazioni è “un'altra iniziativa sulla quale anche gli Stati Uniti sono stati molto interessati, ci hanno fatto i complimenti. Insomma, ritengono che possa essere molto utile mettere insieme tutti i Paesi del Mediterraneo allargato - quindi non solamente Paesi africani, Unione europea ma anche i Paesi arabi - nel ragionare insieme su come si fermano i flussi”. 

"Perché poi, purtroppo - prosegue Meloni - attraverso le reti di trafficanti, chi conosce la materia sa che non corre solamente, diciamo, la mercificazione degli esseri umani, dei migranti. Spesso le stesse organizzazioni organizzano tratte di droga, di organi, di esseri umani. E quel potere che queste organizzazioni criminali stanno assumendo si rivolta anche contro gli Stati, contro la loro stabilità, particolarmente in Africa. Quindi tutto diventa, in una guerra che è sempre più ibrida, un problema che noi dobbiamo focalizzare. Questo, quindi, riguarda l'Alleanza Atlantica per esempio, riguarda i nostri partner, riguarda noi, riguarda i Paesi europei. Ma, ripeto, è un approccio che noi abbiamo posto per primi con questa decisione ma che alla fine mi pare stia passando nelle risposte".

 

“Con Kissinger ho parlato anche di intelligenza artificiale, una materia su cui sono molto attenta e che porterò anche al G7. Non ci stiamo rendendo conto dei rischi possibili”, e rispetto alle potenziali opportunità “sono più timorosa delle conseguenze”, ha detto la presidente del Consiglio. 

"Mentre noi abbiamo sempre avuto un progresso che aiutava a migliorare le nostre competenze ma senza mai mettere in discussione la centralità dell'uomo", adesso il rischio è di "sostituirlo con la tecnologia, e questo deve fare paura: l'impatto sul mondo del lavoro può essere devastante", prosegue Meloni. "C'è da stare preoccupati e non si può perdere tempo", "anche governando il sistema mettendo delle limitazioni se sono necessarie". 

Da Kissinger, su questo, "ho avuto molti spunti, ci sta lavorando con degli esperti. Ne ho parlato con Elon Musk, che non ha contribuito a tranquillizzarmi: anche lui è critico e preoccupato, vede anche lui i rischi", conclude Meloni.

 

La premier ha poi sottolineato come "il mercato non può essere libero se non è anche equo altrimenti rischiamo di devastare i nostri sistemi industriali che hanno degli standard elevati che altri non hanno. Dunque non decoupling ma derisking nella definizione delle catene di approvvigionamento. È un dibattito che va fatto insieme alla Cina non contro la Cina". 

L'alleanza con gli Usa e il dialogo con la Cina, ha proseguito, "possono stare insieme, è importante riuscire a farle stare insieme. Le semplificazioni in politica estera non sono utili: la base della politica estera è parlare con tutti difendendo i propri interessi e dicendo le cose che non funzionano. Ad esempio in passato qualcosa non ha funzionato sulle catene di approvvigionamento".

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