L’emergenza

Migranti e stop protezione speciale, oggi il test per la maggioranza

Al governo smentiscono qualsivoglia tensione tra Lega e Fratelli d’Italia sul provvedimento che oggi arriva in Aula al Senato senza che sia posta la fiducia

Migranti e stop protezione speciale, oggi il test per la maggioranza

Il decreto Cutro sulla gestione dei flussi migratori arriva oggi pomeriggio alla prova del voto in Aula al Senato senza che, la Commissione Affari costituzionali, abbia potuto terminare l’esame e il voto di tutti gli emendamenti presentati dall’opposizione unita nel contrastare il decreto del governo con proposte di modifica. All’Assemblea di Palazzo Madama l’onere dunque di ricominciare da capo l’esame con un voto emendamento per emendamento. 

La rivolta dei sindaci e dei governatori del Pd e gli appelli lanciati da decine di ong e associazioni, che oggi scenderanno in piazza a manifestare contro le nuove regole, non hanno scalfito la decisione del governo di andare avanti sulla stretta alla protezione speciale dei migranti e verso il ritorno, in parte, dei decreti Sicurezza voluti nel 2018 da Salvini. 

 

Tensioni nel centrodestra

Nella maggioranza di governo smentiscono qualsivoglia tensione tra Lega e Fratelli d’Italia sul provvedimento sull'immigrazione, tanto che il presidente della Commissione Alberto Balboni ha annunciato che il governo non porrà in Aula la fiducia.

L’accordo di coalizione sul decreto Cutro e sul subemendamento che porta la prima firma dell’azzurro Maurizio Gasparri non sono quindi in discussione anche se dal Carroccio non è ancora arrivato l’ordine di ritirare le proposte di modifica che, se approvate ripristinerebbero in un sol colpo i decreti Sicurezza di Salvini. Il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo intanto conferma che: «Il testo di maggioranza ci vede tutti concordi, ma ci sono tanti temi che devono essere affrontati». «Sentiremo il governo. Se ci darà un parere contrario valuteremo quali sono gli emendamenti che andranno presentati». Parole queste che potrebbero però risultare pesanti per Palazzo Chigi, dal momento che il governo ha approvato la mediazione di Gasparri nella speranza di ricompattare la maggioranza e fermare questo braccio di ferro tra Lega e FdI. «Abbiamo concordato una posizione di mediazione, punto — ha avvertito Gasparri —. In Aula non ci sarà nessuna sorpresa, nessuno smarcamento. E non verrà posta la fiducia». 

Intanto anche il ministro dell’Interno Piantedosi si è detto comunque fiducioso, sulla protezione speciale «troveremo il giusto punto di equilibrio». Anche Salvini tranquillizza: «La maggioranza è coesa, c’è totale accordo».

 

Escluso il voto di fiducia

L’intenzione del governo di non porre la fiducia, lascia quindi presupporre due cose: la prima è che l'accordo sul decreto Cutro e sul subemendamento è sul tavolo, anche se il Consiglio dei ministri, ha comunque dato il via libera al ricorso alla fiducia. La seconda: è che le parole pronunciate ieri dal presidente Mattarella, che ha sollecitato l’Ue a superare regole “preistoriche” sull’immigrazione, come chiede Giorgia Meloni, potrebbe indurre il centrodestra a non approvare norme sui permessi speciali che il Quirinale rifiuterebbe.

 

Il fronte dell'Opposizione

Sul decreto Cutro e la stretta alla protezione speciale c'è stata una levata di scudi da parte dell'opposizione e in particolare del Pd con la protesta dei 4 Presidenti di Regione dem allo stato di emergenza, che consegnerebbe al Commissario straordinario, il prefetto Valerio Valenti, le scelte sul territorio e persino l’identificazione dei siti dove aprire nuovi CPR.

«Due mesi fa io dissi al governo che si rischiava una emergenza. Il governo mi disse che non c’era alcun rischio. Una settimana fa hanno decretato addirittura lo stato di emergenza nazionale: dopo quella, cosa chiamano, l’esercito?», ha detto il governatore emiliano Stefano Bonaccini

 

E anche il presidente dell’Anci Antonio Decaro si è detto contrario alla limitazione dei permessi speciali: infatti «se questo dovesse avvenire rischieremmo di trovarci tutte queste persone per strada e a quel punto la responsabilità ricadrebbe direttamente sul sindaco».

 

Per il verde Angelo Bonelli: «Quello che ha affermato la premier Meloni è falso, la protezione speciale esiste in 18 Paesi Ue su 27».

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