la battaglia in aula

Protezione speciale, si accende lo scontro tra governo e opposizione

Il sub emendamento al decreto Cutro sull’immigrazione arriva domani in Senato tra le proteste dei sindaci dem e una maggioranza unita alla prova del voto

Protezione speciale, si accende lo scontro tra governo e opposizione

In Forza Italia, Maurizio Gasparri, primo firmatario della proposta di maggioranza, sottolinea che era "urgente e indispensabile" intervenire sul meccanismo di protezione speciale perché "negli anni infatti l'uso strumentale della protezione umanitaria ha praticamente attuato una sanatoria permanente". Ed è da qui che prende l'avvio la linea dura del provvedimento secondo cui la protezione speciale potrà essere rinnovata solo per 6 mesi e non si potrà più trasformare in permessi di lavoro. E lo stesso varrà per quelli per calamità e per cure mediche, a loro volta fortemente ridimensionati. 

 

Sulla stretta la maggioranza tira dritto mentre le opposizioni si preparano a dare battaglia, in commissione e in Aula al Senato, dove, a causa dei tempi stretti, il provvedimento arriverà senza mandato al relatore. 

Ma se da una parte Fdi, Lega e FI serrano i ranghi e si presentano compatti alla prova del voto, i sindaci dem delle grandi città scendono in campo contro la stretta voluta dalla maggioranza, firmando un documento congiunto.

 

La protesta dei sindaci dem

primi cittadini dem di Roma, Roberto Gualtieri, di Milano Beppe Sala, di Napoli Gaetano Manfredi, di Torino Stefano Lo Russo, di Bologna Matteo Lepore, di Firenze Dario Nardella, si sono uniti contro la stretta al meccanismo di protezione speciale per i migranti prevista da un subemandamento al cd. decreto Cutro sull’immigrazione, il cui testo sarà al Senato domani, firmando un documento congiunto in cui hanno chiesto al governo di superare la logica "dell'emergenza" - proprio mentre viene nominato il commissario ad hoc per i migranti, Valerio Valenti, respinto dalle 4 Regioni guidate dal centrosinistra - e ripensate le vie legali per l'immigrazione a partire dalla "regolarizzazione degli immigrati già presenti in Italia, anche attraverso il ricorso allo ius scholae". Proposta tra l'altro subito bocciata da Salvini. "Sono contrario allo ius soli e allo ius scholae - ha detto il vicepremier - non può essere la cittadinanza un omaggio lungo il percorso senza che chi la riceve possa scegliere al compimento dei 18 anni".

 

Sulla questione migranti tor a farsi sentire anche il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini che dalle pagine de La Stampa fa sapere che "la sensazione è che" nel governo “non ci sia una bussola. Dopo aver urlato per anni 'basta sbarchi' e 'prima gli italiani', la destra al governo si ritrova con molti più sbarchi ed è costretta a chiedere una mano all'Europa, contro cui ha spesso lavorato. È da questa difficoltà che nascono scorciatoie maldestre come cancellare la protezione speciale”. “È tempo che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Se il governo - continua il presidente del Pd - pensa di abbandonare la via ordinaria dell'accoglienza, quella diffusa per intenderci, per realizzare grandi strutture, allora venga a confrontarsi. Peraltro, se avessimo gestito così l'accoglienza dei profughi ucraini la situazione sarebbe esplosa”.

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