Qatar 2022

Dal Marocco all’Argentina ecco i giovani talenti del Mondiale

Gli occhi del Real Madrid sul giovanissimo Gvardiol. Ounahi è la luce in mezzo al campo del Marocco come Fernandez lo è per l’Argentina. Occhio a Ramos

Dal Marocco all’Argentina ecco i giovani talenti del Mondiale

La finale è ad un passo, con Francia e Argentina pronte a sfidarsi per la coppa più ambita nel mondo del calcio. In questo torneo in Qatar però, ci rimarranno impressi altri fattori, oltre che a quelli puramente legati all’evento. I giovani sbocciati in questa edizione, per esempio, potrebbero essere fonte di desiderio dei grandi club europei, pronti ad accaparrarsi il prima possibile queste scommesse della “nuova era”. Dai gioielli del Benfica, radice tradizionale di giovani campioni, alle scoperte del Marocco. La Spagna ha puntato su un “fratello prodigio”, mentre la Croazia si è potuta godere uno dei migliori centrali del torneo. Ecco chi sono state le cinque scoperte di questo Mondiale 2022:

 

Giovani del Mondiale:

Joško Gvardiol (Croazia): Tra tutte le giovani promesse presenti al Mondiali, il centrale croato è sembrato quello più pronto al grande salto. Ha sicuramente commesso diversi errori nell’ultima gara con l’Argentina, contribuendo negativamente alla pesante sconfitta, ma nelle partite precedenti è riuscito ad esporre un potenziale veramente importante. Fisicamente imponente, in pochi sono riusciti a sfondare il fortino difensivo croato. Non pecca nemmeno nella tecnica, visto che imposta dal basso, aiutando la manovra. In area avversaria poi è un pericolo continuo: non è un caso che il Real Madrid si sia già interessato a lui.

 

Enzo Fernandez (Argentina): Una delle sorprese più impressionanti di tutto il torneo. Un giocatore già pronto, come si è potuto vedere nel Benfica in questi mesi, ma in continua evoluzione. Il Mondiale è stato il palcoscenico ideale per mettere in mostra davanti al mondo intero, tutta la sua tecnica. Partito da seconda linea, ci ha messo poco ad assicurarsi il posto da titolare, diventando inamovibile, nonostante i soli ventuno anni. Scaloni ha puntato su di lui, mettendolo nella condizione di poter gestire gli equilibri della manovra, spostando il baricentro. In Premier League sono già tutti pazzi per lui, con Guardiola e Klopp pronti all’assalto. 

 

Azzedine Ounahi (Marocco): Se un allenatore del livello di Luis Enrique si esprime pubblicamente su un giovane poco conosciuto nel panorama europeo, non può essere un caso. Il numero otto del Marocco ha strabiliato sul campo, dimostrandosi un centrocampista duttile e dalle qualità importanti. Seppur il fisico esile non lo aiuti ancora nell’imporsi nel corpo-scontro, riesce a sgattaiolare in mezzo agli spazi stretti, con giocate rapide palla al piede. Anche il carattere non è da sottovalutare: sempre a testa alta, dalla poca tensione e le idee ben chiare. Ha lasciato una traccia non indifferente, del suo potenziale. Dall'Italia si sono registrati interessamenti immediati di Atalanta e Fiorentina. 

 

Nico Williams (Spagna): Suo fratello non è mai riuscito a scoppiare del tutto nel grande calcio, nonostante fosse considerato un prospetto di alto livello. Da questa stagione, ci ha pensato lui, nella stessa squadra, ad illuminare il campo, con falcate immarcabili e notevoli colpi di genio. Ha caratteristiche simili a Dembelé, della Francia, visto che riesce a puntare l’uomo con gli scatti corti, sfuggendo in una frazione ridotta di tempo. Un cambio di passo, palla al piede, che identifica appieno il suo talento. La Spagna lo ha lanciato meno del previsto, ma quando si è potuto mettere in mostra, ha lanciato segnali tecnici illuminanti. 

 

Gonçalo Ramos (Portogallo): Per tantissima gente rimarrà per sempre “l’uomo che riuscì a non far rimpiangere Cristiano Ronaldo”, ma il suo talento, probabilmente, potrebbe spingersi ben oltre. Una tripletta, alla prima vera occasione da titolare, che ha segnato il suo cammino con la Nazionale: da seconda linea a titolare inamovibile. Una punta pura, capace non solo di fare da riferimento ai trequartisti, con le sponde, ma possiede anche delle spiccate doti di inserimento nell’area piccola. Il fatto che sia così tecnico, nei passaggi e nel conclusione, lo rende un elemento versatile, adattabile anche da seconda punta. Il futuro dell’attacco portoghese è nelle sue mani: chissà se il Benfica riuscirà a reggere alle pressione del mercato. 

 

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