Da Bruxelles

Caro energia, i ministri Ue trovano accordo. Ma non c’è il price cap

Mentre l’inflazione nell’Eurozona tocca il record del 10% qualcosa si muove per fermare gli aumenti. Ma sul tetto al prezzo del gas è sempre stallo

Caro energia, i ministri Ue trovano accordo. Ma non c’è il price cap

Non si ferma la corsa dell’inflazione trainata dal caro energia. Nell’Eurozona si registra un nuovo record: a settembre toccata quota 10%. Numeri allarmanti che forse hanno avuto il loro peso sull’accelerazione, in seno al Consiglio europeo dell’energia, di un accordo politico per mitigare i prezzi dell’elettricità. La presidenza ceca dell’Ue ha annunciato che i ministri competenti hanno trovato una sintesi su taglio dei consumi, tetto agli extra-ricavi per i produttori e contributo di solidarietà dei produttori di combustibili fossili. Manca però il tassello più importante, ovvero un accordo sul tetto al prezzo del gas. La discussione è aperta ma nessuna decisione è attesa per oggi.

 

Il tema è caldo, anzi caldissimo. Al governo italiano non sono piaciute le misure unilaterali della Germania e l’indebolimento generale di un fronte unitario per l’adozione di  misure idonee a fermare il balzo vertiginoso dei prezzi. In particolare è la Germania a rifiutarsi di appoggiare l’ipotesi di un price cap generalizzato. Non per “ragioni ideologiche”, ma perché sarebbe necessario “garantire la sicurezza degli approvvigionamenti”, fanno sapere fonti diplomatiche. Con un tetto sulle importazioni “c’è il rischio che il gnl (gas naturale liquefatto ndr)” vada verso altre rotte. Il timore del governo Scholz è che l’Europa venga tagliata fuori dalle forniture. Per cui sarebbe più propenso a una negoziazione diretta con chi fornisce le materie prime.

 

Sul maxi pacchetto da 200 miliardi di euro varato da Berlino per sostenere famiglie e imprese è intervenuta oggi la Commissione di Ursula von der Leyen: Sta agli Stati membri “notificare alla Commissione Europea” se il piano tedesco per sostenere famiglie e imprese si può classificare come “aiuto di Stato”. E’ compito dell’esecutivo Ue “monitorare che ci siano ragionevoli livelli di aiuto di Stato ed evitare distorsione nel mercato unico”. Ma “bisogna separare la natura politica del dibattito dal ruolo della Commissione, che è più giuridico, ovvero attiene al rispetto del quadro di regole attuale”.

 

Intanto energia e gas saranno al centro della seduta plenaria del Parlamento europeo prevista a Strasburgo per la prima settimana di ottobre. L’Italia continua a fare ogni sforzo in favore del tetto al prezzo del pregiato combustibile fossile. Gli eurodeputati italiani che hanno partecipato al briefing pre-plenaria, organizzato dagli uffici nazionali del Parlamento europeo, si sono espressi tutti in favore dello sforzo dell'Eurocamera per la richiesta di un price cap. Ma la questione, come è noto, non è di facile soluzione.

 

La stangata in arrivo sulle bollette preoccupa il governo. In Italia si stanno raggiungendo record mai visti. Da ottobre i costi saliranno del 59%. Per tamponare i rialzi Arera, la Società dell’Energia, “ha posticipato eccezionalmente il recupero della differenza tra i prezzi preventivati per lo scorso trimestre e i costi reali”. In assenza di questa misura i prezzi con ogni probabilità sarebbero lievitati anche del 100%, e nonostante le misure contenute nel decreto Aiuti bis. In ogni caso, in questo quarto trimestre, la spesa per una famiglia raddoppierà superando soglia 1.300 euro. Le materie prime energetiche pesano per oltre l’80% su quanto pagheremo per i consumi elettrici.

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