le mire di Mr Tesla

Perché Elon Musk vuole Twitter: la scalata e il “no” del social

Il patron di Tesla era già azionista, ma ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto sul 100% della piattaforma, che però è stata rifiutata. A cosa punta

Perché Elon Musk vuole Twitter: la scalata e il “no” del social

Per ora la risposta del consiglio di Amministrazione del sociale potrebbe essere sintetizzata in un tweet ben più stringato di 140 caratteri: “No, grazie”. Così, infatti, il board di Twitter ha liquidato l’Opa lanciata da Elon Musk, ritenendola “indesiderata". Secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg che cita a sua volta Information, i vertici della piattaforma non gradirebbero l’offerta pubblica di acquisto lanciata dal Ceo di Tesla, che ha messo sul piatto ben 43 miliardi di dollari per il 100% dell’azienda.

La strada per Musk, però, non sarebbe del tutto sbarrata: non solo lui ha fatto sapere di essere pronto a una nuova mossa per acquisire Twitter, ma il cda stesso avrebbe incontrato i dipendenti della società comunicando di aver avviato una valutazione "rigorosa" dell’offerta di Musk, pur non ritenendosi “in ostaggio".

 

Le intenzioni di Elon Musk

Il momento è delicato: da un lato il numero uno di Tesla e Space X, nonché l'uomo più ricco al mondo, sarebbe intenzionato a non mollare e, anzi, a mettere in campo altre risorse pur di entrare in possesso pieno di Twitter. Come riferisce la stampa statunitense, intervenendo alla Ted Conference Musk ha detto di avere "asset sufficienti" per arrivare a un maggior controllo di Twitter, pur ammettendo di non essere “sicuro che sarò in grado di acquistarla".

Nel file inviato alla Sec, l'autorità di vigilanza, Elon Musk scrive: "Ho investito in Twitter perché credo nel suo potenziale per essere la piattaforma per la libertà di parola in tutto il mondo" che "credo sia un imperativo sociale per una democrazia funzionante". "Tuttavia - prosegue - da quando ho fatto il mio investimento, ora mi rendo conto che l'azienda non prospererà né servirà questo imperativo sociale nella sua forma attuale. Twitter deve essere trasformata in azienda privata".

 

Perché il patron di Tesla punta a Twitter

Tutto è iniziato circa quindici giorni fa, quando si è diffusa la notizia dell’acquisto da parte di Musk del 9,2% di azioni del social. Per lui era pronto anche l’ingresso nel cda, ma è stato lo stesso imprenditore a rinunciare, salvo poi annunciare di puntare all’acquisto dell’intera società. Perché? Secondo alcune indiscrezioni, tutto sarebbe iniziato con un sondaggio, effettuato solo poche settimane fa tra i followers di Musk, ai quali è stato chiesto cosa ne pensassero della libertà di parola, definita “essenziale per il funzionamento di una democrazia. Pensate che Twitter aderisca rigorosamente a questo principio?” era stato chiesto ai suoi “seguaci”. Chiara la risposta: “No” per il 70,4%, ossia oltre 2 milioni di persone.

Poi altri due tweet sibillini: “Le conseguenze di questo sondaggio saranno molto importanti. Per favore votate con attenzione”, mentre il 26 marzo un’altra domanda secca: “Serve una nuova piattaforma?”. In molti avevano pensato a un nuovo progetto per il patron di Tesla, dopo una mossa analoga da parte di Donald Trump con Truth, che invece ha deciso di puntare sul social già esistente.

 

Interessi o ideali di libertà?

La mossa economica, così aggressiva, è stata dunque preceduta da una serie di domande incentrate sui concetti di libertà e democrazia. Ma a cosa punta davvero Musk? Impossibile dirlo con certezza. Di sicuro all’uomo più ricco del mondo piace avere un’immagine di imprenditore “idealista”, ma è indubbio che l’aspetto commerciale resta in primo piano. Basti pensare che, secondo i dati raccolti da Web Site Rating, gli utenti attivi su tutta la piattaforma sono 330 milioni (77 milioni solo negli Usa) e il valore delle azioni, specie dopo la campagna elettorale Usa del 2020, sono aumentate di molto.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA