Il terzo giorno

Il Parlamento si muove (anche non in linea con i leader di partito)

Scendono le schede bianche, 126 voti a Mattarella, 115 a Crosetto. Schieramenti ai ferri corti, il nome della Casellati divide. E le alleanze scricchiolano

Il Parlamento si muove (anche non in linea con i leader di partito)

Qualcosa si muove nell’Aula di Montecitorio dove i grandi elettori mostrano in questa giornata di terzo scrutinio un piccolo sussulto di dignità. Diminuisce rispetto alle prime due votazioni il numero delle schede bianche: oggi sono 411 mentre lo spoglio consegna 125 preferenze per Mattarella, 114 per l’ex deputato di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto, 61 per il vice presidente emerito della Consulta, Paolo Maddalena, 52 per Pierferdinando Casini, 19 per Giorgetti. Più altri in libera uscita. Di fronte allo stallo delle trattative dei leader politici il Parlamento in seduta comune restituisce, dunque, un quadro che si differenzia e offre alcuni segnali di rilievo da interpretare.

 

Il primo: il nome del presidente Mattarella raccoglie attorno a sé il consenso di una nutrita pattuglia di parlamentari, probabilmente in parte delle file pentastellate, in parte di formazione trasversale. Secondo: Guido Crosetto, candidato di FdI, doppia con 116 voti il numero di senatori e deputati del partito della Meloni che sono in tutto 59. Questo significa che la sua candidatura, lanciata oggi, ha spaccato il centrodestra raccogliendo consenso anche in altri gruppi dello schieramento guidato da Matteo Salvini. Terzo: oltre al nome di Paolo Maddalena, come sappiamo già votato nei giorni scorsi dagli ex Cinque Stelle, e oggi con un pacchetto di voti in crescita, si affaccia ufficialmente in Aula con 52 preferenze il nome di Casini, ex presidente della Camera, ex Dc, ex centrodestra e ora nel Pd.

 

Ma cosa sta accadendo fuori dall’Aula? Dopo l’esito del voto la seconda notizia della giornata sul fronte quirinalizio è la dichiarazione di Enrico Letta: “Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all'opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile”, dice il capo Dem. “Rappresenterebbe in sintesi il modo più diretto per far saltare tutto”. L’ipotesi di Maria Elisabetta Casellati è sulla carta da giorni. Non è rientrata nella rosa ufficiale presentata ieri dal Salvini proprio perché è quella intorno alla quale il leader del Carroccio avrebbe concentrato la sua attenzione, anche per allontanare la scalata di Mario Draghi al Quirinale. Ma adesso è rottura. E se il leghista proverà ad insistere sul nome della ex avvocata cresciuta nelle file berlusconiane, la trattativa con il centrodestra è destinata ad interrompersi.

 

Ma il segretario dem non sta parlando solo a Salvini. Il suo messaggio è anche per Giuseppe Conte, leader dei Cinque Stelle, che negli ultimi due giorni ha dato adito al sospetto di un ricompattamento del fronte gialloverde per sbarrare la strada al premier in carica. I Cinque Stelle sono divisi. Lo dimostrano anche alcune dichiarazioni del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, propenso invece a una candidatura dell’ex numero uno della Bce e preoccupato perché una “divaricazione sull’elezione del prossimo presidente della Repubblica metterebbe la maggioranza di governo a rischio”.

 

Siamo in uno scenario in cui tutto è possibile. Per la politica Mattarella rimane l’estrema ratio ma il dato che emerge è che i partiti si sono impantanati. Ora che l’ipotesi Casellati è stata bocciata dal Nazareno se Conte confluisse con Salvini sulla presidente del Senato, non solo si spaccherebbe l’asse M5S-Pd, ma anche all’interno del Movimento la guerra tra contiani e la corrente di Di Maio verrebbe in superficie. Quello che è evidente è che il Parlamento inizia a mostrare insofferenza, che i gruppi più grandi in Aula non sono del tutto allineati con i propri capi partito, che la maggioranza che sostiene l’esecutivo stenta ancora a trovare un’intesa. Inoltre, nella partita quirinalizia la distanza tra Salvini e Letta non è mai stata così grande.

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