la settimana politica

Pensioni e fisco “scaldano” la settimana. Incontro Draghi-sindacati

Domani in programma l’incontro a Palazzo Chigi tra Governo e sindacati per affrontare il tema della riforma delle pensioni. In Senato la legge di Bilancio

Pensioni e fisco “scaldano” la settimana. Incontro Draghi-sindacati

Quella appena iniziata si annuncia come una nuova settimana “calda” per il Governo Draghi. Domani il premier incontrerà i sindacati per trovare una mediazione sul fronte pensioni. E mediazione è ancora la parola d’ordine, anche se potrebbe essere difficile trovare un punto di accordo.

I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil sono pronti a minacciare nuovamente lo sciopero generale, ma dall’altra parte Mario Draghi si trova alla guida di un Governo che al suo interno ha posizioni molto differenti tra loro sul tema. In questo arriva in Commissione al senato anche la legge di Bilancio e in programma c’è anche l’iter di conversione del decreto sull’obbligo di Green Pass nei luoghi di lavoro. Come se non bastasse tiene banco la riforma del reddito di cittadinanza.

Il punto sulla settimana politica.

 

Pensioni, nuovo round tra Draghi e i sindacati

Al nuovo incontro i sindacati arrivano con una posizione non univoca, ma in ogni caso decisi a farsi sentire. La Uil vorrebbe “Quota 41 per tutti”, ossia un’uscita anticipata per tutti con 41 anni di contribuzioni e un costo stimato, secondo l'Inps, di oltre 9 miliardi annui fino al 2031.

Cgil e Cisl, invece, partono da quanto ribadito sabato scorso in occasione della manifestazione degli edili: “Non si può tornare all'iniquità della Fornero” hanno ribadito, pur senza indicare una soluzione alternativa definita. L’unica certezza è che chiedono “flessibilità in uscita”.

 

I conti del Governo

D’altra parte l’esecutivo pare dai conti: la legge di Bilancio ha stanziato fondi che dovrebbero permettere 55mila uscite anticipate nel 2022, delle quali 16.800 con Quota 102 e il resto con Opzione donna e ape social, per un costo stimato intorno ai 600 milioni, includendo i 150 milioni di fondi per i prepensionamenti delle aziende in difficoltà.

Dato il peso economico, la proposta del Governo dovrebbe essere una flessibilizzazione delle uscite a 62 anni a partire dal 2023, ma con sistema interamente contributivo. Questo comporterebbe una riduzione degli assegni tra il 25% e il 30%, per non gravare eccessivamente sulle casse dell'Inps.

 

Legge di Bilancio in Senato

Intanto domani approda in Senato, alle Commissioni, la legge di Bilancio per la conversione parlamentare. La manovra vale 30 miliari e le misure fondamentali sono quelle annunciate nelle scorse settimane: un “assaggio” di riforma pensioni in forma di potenziamenti (APE Sociale), proroghe (Opzione Donna) e nuove formule (Quota 102 al posto di Quota 100) ma per il solo 2022. C’è poi anche un “tesoretto” da 8 miliardi per il taglio IRPEF, da definirsi in Parlamento; sotto i riflettori anche gli ammortizzatori sociali e alcune proroghe fiscali di interesse, come le detrazioni edilizie e i crediti d’imposta 4.0. Particolarmente attesa è proprio la discussione sulle detrazioni con il Superbonus al 110% fino al 2024, ma con aliquote ridotte e nuova stretta per le villette. Da definire e confermare anche il Bonus Facciate al 60% e il Bonus Mobili da 5mila euro, con la novità della proroga al 2024 per lo sconto in fattura e la cessione del credito sui bonus diversi da quello al 110% (per il quale resta fino al 2025).

Quanto al Reddito di cittadinanza, la legge di Bilancio ha introdotto nuovi paletti sulle offerte di lavoro e riduzione del sussidio a fronte di un rifiuto. La partita è (quasi) aperta.

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