Vaccino AstraZeneca, arrivate le prime dosi: a chi andranno e quando

Sono arrivate all'aeroporto militare di Pratica di Mare (Roma) le prime 249.600 dosi del vaccino AstraZeneca. Il piano prevede ora l’invio nelle varie Regioni dove il vaccino sarà somministrato alla fascia di età tra i 18 e i 55 anni. Intanto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha autorizzato ufficialmente la terapia con gli anticorpi monoclonali, dopo il via libera da parte dell’Aifa, l’Agenzia italiana del Farmaco, nei giorni scorsi.

AstraZeneca: arrivate le prime dosi

Come da previsioni della vigilia sono arrivate le prime dosi del vaccino AstraZeneca-Oxford. Si tratta di quantitativi per poco meno di 250mila persone, a cui il siero sarà somministrato a partire da martedì, ossia il giorno dopo la distribuzione nei 293 centri regionali sul territorio.

I destinatari sono persone dai 18 ai 55 anni (oltre questa fascia l’efficacia di AstraZeneca risulta inferiore a quella degli altri vaccini, Pfizer e Moderna). Si tratta di insegnanti, forze dell’ordine, personale carcerario, detenuti e personale che vive nelle comunità.

Le nuove tappe del piano vaccinale

Il nuovo cronoprogramma prevede tre scaglioni entro fine marzo, per un totale di 14,7 milioni di dosi da somministrare. In particolare: 2,3 arrivate a gennaio; 4,2 milioni a febbraio e 8,2 milioni a marzo. La scelta, comunicata da Domenico Arcuri, è stata confermata anche dall’epidemiologo Giovanni Rezza, Direttore generale della prevenzione presso il Ministero della Salute nonché dirigente di ricerca dell’Istituto superiore di sanità.

Speranza: autorizzata la terapia monoclonale

Intanto, dopo il via libera da parte di Aifa nei giorni scorsi, oggi il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato l’autorizzazione per la terapia con i monoclonali, dichiarando su Facebook: “Sulla base delle indicazioni dell’Agenzia Italiana del Farmaco e del parere del Consiglio Superiore di Sanità ho appena firmato il decreto che autorizza la distribuzione, in via straordinaria, degli anticorpi monoclonali. Così abbiamo, insieme ai vaccini, una possibilità in più per contrastare il Covid 19”.