Scandalo in Olanda

Rutte si dimette: lo scandalo del bonus figli alle famiglie olandesi

È crisi politica nei Paesi Bassi. Dietro alla caduta del Governo Rutte, c’è la gestione dei sussidi familiari che penalizzerebbero i nuclei migranti.

Rutte si dimette: lo scandalo del bonus figli alle famiglie olandesi

Il Governo di centrodestra, con a capo il Premier Mark Rutte, ha chiesto di poter rassegnare le dimissioni al Re olandese. La decisione fa seguito alla mossa di giovedì del Ministro per l’Occupazione e Affari sociali (a capo dei laburisti) di ritirarsi dall’Esecutivo. La caduta del Governo era stata già preannunciata questa settimana da alcune testate nazionali ed estere in cui si legge che le forze della coalizione avevano ormai intravvisto le conseguenze ineluttabili dell’inchiesta parlamentare che fa luce sulla cattiva gestione di sussidi destinati alle famiglie: uno scandalo che ha spinto il Paese all’attuale deriva. Stupita la stampa e gli osservatori internazionali, che in questi giorni hanno seguito le crisi politica che attanagliano il Governo Conte bis e quello estone.

 

Governo cade su Stato di diritto e bonus figli

Il rapporto dell’inchiesta parla di illegalità amministrative che hanno determinato la mala gestione di risorse pubbliche dal 2012. In particolare, nell’occhio del mirino ci sono i criteri di erogazione dei sussidi che interessano i nuclei familiari. Ne è emerso che l’assegnazione del bonus figli avrebbe penalizzato alcuni richiedenti, nello specifico, la componente migrante.

All’origine dello scandalo c’è il fatto che circa 20.000 richiedenti hanno contratto gravosi debiti per riuscire a restituire all’Agenzia delle Entrate gli importi già percepiti. E, ancora peggio, l’autorità statale olandese ha poi accusato di frode le famiglie oggetto dell’impasse. Un atto ingiusto che non ha dato nemmeno la possibilità di fare appello. Dopo la diffusione dell’indagine, si è appreso che questa cattiva gestione dei bonus figlio costituiscono vere e proprie violazioni delle norme fondamentali dello Stato di diritto: un dossier di cui si è discusso a lungo a Bruxelles e che ha tenuto in stallo l’accordo sul Recovery Fund e il Bilancio europeo.

 

Risarcire scongiurando lo showdown

Nel corso degli ultimi mesi del 2020, si era cercato di risolvere la situazione e insabbiare lo scandalo tramite un risarcimento di circa 500 milioni di euro alle famiglie danneggiate.

Non sentendosi del tutto al bivio, Mark Rutte ha tenuto duro per evitare di percorrere la via delle dimissioni in blocco da parte del Governo. Ma alla fine, la responsabilità ha prevalso in un leader che in Europa è considerato tra i più “longevi” per aver guidato diverse legislature dal 2010 ad oggi. 

È “duro, ma è giusto”, ha dichiarato Rutte nella conferenza stampa odierna nel riferire come il rapporto del Parlamento abbia acceso i riflettori sulla verità dei fatti. Il Premier uscente non infatti ammesso come la vicenda abbia avuto ricadute “penali” su contribuenti e cittadini “innocenti”. Ne riconosce quindi la gravità, ma non sarà questo – ha spiegato – a fermare il futuro del leader alla guida politica del Paese, dato che gode di ampia fiducia all’interno del suo partito (i Popolari per la Democrazia, uno dei 4 che formano la coalizione dell’attuale Esecutivo). C’è chi la vede dal suo punto di vista, dato che questa “caduta” del Governo si è verificata a distanza di pochi mesi dalla prossima chiamata degli olandesi alle urne: le elezioni programmate per marzo 2021.

 

Verso le elezioni del 17 marzo

Abbiamo già visto come l’anno in corso è decisivo in vista di una svolta negli equilibri delle forze politiche in Europa. Per gli olandesi la stagione elettorale apre una grande scommessa per il Paese in cui il Premier Rutte punta alla riconferma. Il Governo svolgerà le proprie funzioni ad interim fino al voto del  17 marzo per garantire continuità nella gestione dell’emergenza covid-19. A prescindere di quali saranno i risultati, Mark Rutte verrà ricordato – in Italia e altri Paesi del fronte del Sud – come il leader che ha difeso fino all’ultimo, con tenacia irremovibile, le ragioni dei “quattro frugali” nella determinazione del mix tra prestiti e sovvenzionidel maxi-fondo per la ripresa, il NextGenerationEU.

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