La crisi non ferma i mutui. Aumentano richieste grazie a tassi bassi

Prezzi bassi di acquisto, tassi d’interesse vantaggiosi, maggiore apertura del credito da parte delle banche, sostengono richieste di mutuo degli italiani

La crisi non ferma i mutui. Aumentano richieste grazie a tassi bassi

In tempi di crisi gli italiani tornano a comprare e a vendere case.

 

L’attività del mercato immobiliare non si ferma neanche davanti alla pandemia, che ha bloccato moltissime attività produttive e ha confinato a casa gli italiani per arginare il diffondersi dei contagi.

 

Molte persone si sono trovate costrette a vendere una seconda casa per affrontare le spese legate alla pandemia, anche alla luce dei ritardi con cui sono arrivate le misure a sostegno del lavoro messe in campo dal governo. Molti altri, i più fortunati sul fronte economico, hanno deciso di acquistare un’abitazione come forma di investimento sicuro in un periodo di grandi incertezze. Mentre i mercati finanziari andavano su e giù, il mattone è sembrato essere un investimento solido e duraturo nel tempo, anche grazie ai prezzi bassi di acquisto, ai tassi d’interesse sui mutui davvero vantaggiosi e alla maggiore apertura del credito da parte delle banche.

 

Mutui in aumento. Si sceglie il tasso fisso

Dopo i mesi di lockdown l’attività del mercato immobiliare è tornata a correre, tornando sui livelli precrisi. Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Mutui di MutuiOnline.it, nel trimestre a maggio le richieste di mutui per l’acquisto della prima casa sono stati pari al 30,7% del totale dal 29,6% del periodo gennaio-marzo, evidenziando un aumento per il quarto trimestre consecutivo.

 

Il tasso fisso continua a farla da padrone, con il 95,1% delle richieste totali a fronte del 93,1% del trimestre precedente. In questo periodo, infatti, i livelli del tasso fisso e quelli del tasso variabile quasi si equivalgono, riducendo così i costi di finanziamento del mutuo. La scelta del tasso fisso, infatti, non è soggetta ad oscillazioni nel tempo come quella variabile.

 

Nel trimestre a maggio, i tassi di interesse medi sui mutui a 30 anni sono stati indicati allo 0,81% per il tasso variabile dallo 0,85% di aprile, ed allo 0,84% per quello fisso dallo 0,85% precedente.

 

I tassi Euribor e Eurirs, utilizzati dalle banche per determinare i tassi sui mutui, hanno registrato una ulteriore flessione. In particolare, l’Euribor a tre mesi, utilizzato per determinare il tasso variabile dei mutui, si è portato al -0,46% dal -0,43%, mentre l’Eurirs, utilizzato per determinare il tasso fisso dei mutui, è passato a 0,08% da 0,17 per quello a 20 anni, a zero da +0,08% per quello a 30 anni e a -0,12% da -0,03% per quello a 10 anni. Era all’1,51% nel novembre 2018 e allo 0,22% sei mesi fa.

 

Italia al top in Europa per convenienza mutui

L’Italia è la nazione dove chiedere un finanziamento costa meno. Secondo un’analisi condotta dai portali Facile.it e Mutui.it che hanno confrontando la richiesta di 120 mila euro a vent'anni per un immobile dal valore di 180 mila euro a metà maggio, "nel nostro Paese questo tipo di finanziamento è indicizzato con TAEG tra 0,75% e 0,80% se fisso e fra 0,73% e 0,77% se variabile", facendo meglio degli altri Paesi europei.

 

L’Italia si assicura anche un secondo primato: è l’unico Paese tra quelli analizzati dove, di fatto, la distanza in termini di punti percentuali tra tasso fisso e variabile si è azzerata e, in alcuni casi, il primo risulta addirittura più conveniente rispetto al secondo. In Europa, guardando al tasso fisso, si avvicinano ai valori italiani solo la Francia, dove il mutuo viene indicizzato allo 0,80% e la Germania (0,83%). Fanno peggio, invece, alcuni Paesi europei che, tradizionalmente, avevano tassi di interesse più contenuti o comunque simili a quelli italiani: è il caso della Spagna, dove il finanziamento è indicizzato all’1,20%.

 

Crescono le richieste di surroga

L’abbassamento dei tassi d’interesse ha incrementato le richieste di sostituzione di mutuo e di surroga, ossia la possibilità di ricontrattare i termini del finanziamento per ottenere tassi migliori. Nel trimestre a maggio, ben il 64,2% delle richieste totali di mutui è stata per una surroga. Su base annua si è evidenziato il ritmo tendenziale più elevato da quando è disponibile la serie storica, ovvero dal 2006, con il 65% rispetto al 55,6% del 2019.

 

Effetto anche della legge Bersani, che ha introdotto la possibilità di rinegoziazione del mutuo, senza penali e altri oneri di qualsiasi natura, comprese le spese notarili.

 

L’incertezza fa aumentare la durata del mutuo

La pandemia ha sconvolto le nostre vite, rimettendo in discussione qualsiasi certezza. Siamo diventati, più attenti su tutto, più cauti sul futuro, consapevoli che non possiamo prevedere proprio tutto.

 

Forse potrebbe essere questa la motivazione che ha spinto sempre più persone a chiedere mutui a lunga scadenza rispetto ai livelli precedenti la pandemia. Nel trimestre a maggio, infatti, le richieste dei mutui a 30 anni hanno rappresentato una quota del 24,8% del totale. Percentuale che si confronta con il 22,6% dei primi tre mesi dell’anno. Crescono anche le richieste per mutui a 25 anni, al 19,5% dal 18,8%.

 

Prezzi delle abitazioni in ulteriore calo

Continuano a scendere i prezzi delle abitazioni, che già si trovavano su livelli piuttosto bassi prima dell’esplosione della pandemia, nonostante il piccolo rimbalzo del 2019.

 

Secondo un rapporto diffuso a metà maggio da Scenari Immobiliari, a livello nazionale si prevede un calo dei prezzi delle abitazioni del 2,1% per dicembre. “La situazione è più articolata se si guardano le città. In molti casi c’erano stati incrementi delle quotazioni medie nel corso del 2019, ma quasi ovunque la crisi riporta in territorio negativo le variazioni. Anche Milano, Roma e Venezia tornano a crescita zero per la fine dell’anno. Le attese restano incerte per il 2021".

 

Banche: aumenta l’importo medio erogato

L’incremento delle richieste di mutuo si deve anche alla maggiore disponibilità da parte delle banche italiane a concedere prestiti alle famiglie italiane nel periodo post-covid, grazie alla liquidità messa a disposizione dalla Banca Centrale Europea. Secondo l’analisi realizzata da Facile.it e Mutui.it, a fronte dell’aumento della domanda, l’importo medio erogato dalle banche tra il 1° maggio e il 15 giugno 2020 è cresciuto del 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, raggiungendo i 134.315 euro, tornando sui livelli di inizio anno.

 

Vuoi per un effetto rimbalzo dopo lo stop forzato imposto dalla quarantena, o perché proprio durante questa la casa ha assunto un ruolo ancor più importante nella vita di tutti noi, tanti italiani sono tornati a presentare domanda di mutuo e le banche stanno rispondendo con grande apertura alla richiesta”, ha spiegato Ivano Cresto, responsabile mutui di Facile.it. “Sebbene bisognerà aspettare fine anno per tracciare un bilancio complessivo, va di certo evidenziato che un ruolo importante lo sta giocando il canale online con il quale, a causa del periodo in cui si era costretti in casa, moltissimi consumatori hanno preso confidenza”.

 

Coronavirus e richiesta congelamento rate mutuo

Previsti aiuti per coloro che avevano già sottoscritto un mutuo per l’acquisto della prima casa da almeno un anno e che si sono trovati travolti dagli effetti economici della pandemia. Con il decreto “Cura Italia” è stata introdotta la possibilità di sospendere il pagamento delle rate del mutuo per un massimo di 18 mesi.

 

Possono farne richiesta i lavoratori dipendenti e parasubordinati che hanno subito la sospensione dal lavoro o la riduzione dall'orario lavorativo per almeno 30 giorni in seguito all'emergenza coronavirus.

 

La misura è stata poi estesa anche ai lavoratori autonomi ed ai liberi professionisti, che dichiarano con autocertificazione di aver subito una riduzione del fatturato medio giornaliero superiore al 33% rispetto a quello dell'ultimo trimestre 2019.

 

Sono coperti i mutui per l’acquisto dell’abitazione principale fino a 400.000 euro di capitale erogato, inclusi quelli che hanno beneficiato del Fondo di garanzia prima casa. Naturalmente si tratta di mutui per l'acquisto dell'abitazione principale e non per immobili di lusso.

 

Secondo l’indagine straordinaria sulle famiglie condotta dalla Banca d’Italia e riportata nella Relazione annuale di palazzo Koch, ad aprile il 38% dei mutuatari ha affermato di avere difficoltà nel pagare le rate a causa dell’epidemia da covid-19.

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