Il lockdown light

DPCM 3 novembre 2020: lockdown light e zone rosse, coprifuoco Italia

Nuovo Dpcm 3 novembre lockdown light alla tedesca ecco le misure restrittive previste dal secondo lockdown. Zone rosse e divieto spostamenti Regioni

DPCM 3 novembre 2020: lockdown light e zone rosse, coprifuoco Italia

Mentre stiamo ancora cercando di metabolizzare i due Dpcm di ottobre si parla già di un nuovo intervento del governo, quello sancisce un lockdown soft per frenare l’impennata dei contagi.

 

Il premier Giuseppe Conte continua a ripetere che servono almeno due settimane dall'introduzione delle restrizioni del nuovo Dpcm per vederne gli effetti su contagi e ricoveri, mentre altri pensano che tra quattordici giorni saremo arrivati ai livelli disastrosi di fine marzo scorso.

 

Un nuovo Dpcm 3 novembre è apparso dunque scontato soprattutto con uno scenario 4, vediamo quali saranno le misure restrittive previste dal secondo lockdown. Il nuovo Dpcm 3 novembre sarà varato stasera, aveva anticipato ieri la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa su Rai Radio1 a Radio anch'io. Il nuovo Dpcm di misure contro il covid arriverà entro stasera "nelle prossime ore". Il tentativo che si sta facendo è quello di non paralizzare il Paese: non sarà un lockdown rigido ma simile al modello tedesco, "un lockdown light" ha detto la sottosegretaria.

 

Arcuri: situazione grave servono limitazioni più strette

Domenico Arcuri, commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica Covid-19, non usa mezzi termini dichiarando che la situazione è grave e che per arginare i contagi da Coronavirus servono limitazioni più strette.

 

I dati parlano di contagi cresciuti di 8 volte in 21 giorni, con un numero ancora gestibile dei pazienti in terapia intensiva, ma già troppo grande nei reparti ordinari.

 

Dopo aver illustrato gli ultimi dati sulla pandemia, Arcuri ha nuovamente esortato gli italiani a muoversi il meno possibile e i medici e pediatri di base ad aiutare più di quanto fatto sinora.

 

La seconda ondata è arrivata con prepotenza non solo in Italia ma in tutta Europa, costringendo molti paesi come Francia e Germania al lockdown. “Non l'abbiamo mai sottovalutata – ha dichiarato il commissario - ma i prossimi giorni saranno decisivi per capire se si andrà a lockdown locali, a chiusure regionali o a un nuovo stop generalizzato del Paese”.     

 

Dello stesso parere Guido Bertolaso, ex capo della Protezione civile, convinto che a metà del prossimo mese la curva di contagi, ricoveri e morti avrà un’impennata insostenibile se non si prendono subito misure drastiche, “arriveremo sui livelli di fine marzo” avverte.

 

Non c’è tempo da perdere, dichiara Bertolaso, convinto che il mini lockdown non servirà a molto. “Sarebbe meglio fermare del tutto il Paese per un mese, subito, siamo ancora in tempo per non arrivare a quei numeri. Con uno stop generale, da un lato potremmo cercare di arrestare la diffusione, dall’altro permetteremmo al sistema di riorganizzarsi. Resettiamo l’Italia, senza aspettare di vedere se le nuove misure sono state efficaci”.

 

Nuovo Dpcm 3 novembre per lockdown alla tedesca

Gli italiani sono stati avvertiti, se le misure messe in atto con il nuovo Dpcm ottobre non sortiranno effetti in due settimane, si andrà dritti verso un secondo lockdown, più o meno soft questo si vedrà sulla base del numero di contagi e dei decessi. La scadenza era stata inizialmente fissata all’8 novembre, ma l'aumento dei contagi ha portato a un nuovo intervento ieri martedì 3 novembre 2020.

 

Si tratta quindi di un lockdown nelle Regioni più a rischio in Italia di 3 settimane, che lascerà aperte fabbriche e attività essenziali per mitigare gli effetti negativi sull’economia italiana: si stima che le misure restrittive in atto impatteranno negativamente sul PIL dell’1% o 2%, per 216 miliardi di euro, più del Recovery fund. Di contro il governo si è affrettato a varare il decreto Ristori, che prevede contributi a fondo perduto alle aziende interessate dalle limitazioni e chiusure, con uno stanziamento complessivo di 5 miliardi di euro.

 

Il nuovo Dpcm 3 novembre, quindi, prevede delle "zone rosse" nelle regioni ad alto rischio, con la chiusura dei ristoranti anche a pranzo e dei negozi (tranne alimentari, farmacie, parafarmacie e tabaccai) dove l'indice di trasmissione Rt supera 1,5. Rimangono aperte solo le scuole elementari e la prima media, mentre dalla seconda media fino alle scuole superiori è prevista solo la didattica a distanza.

 

Tra le ulteriori misure messe in campo, anche il divieto di spostamento da e verso le regioni più a rischio, che da domani saranno autorizzati solo per motivi di lavoro, salute e urgenza con autocertificazione; slot machine vietate in tabaccherie e bar; coprifuoco in tutta Italia alle 20 o alle 21 e  centri commerciali chiusi nel weekend.

Potrebbe quindi tornare l’obbligo di autocertificazione per gli spostamenti, consentiti soltanto per motivi di lavoro, salute o per fare la spesa.

 

Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts), ha dichiarato che sono allo studio tutte le misure. “Oggi siamo entrati nello Scenario 3, c’è anche lo Scenario 4. Quindi, che il lockdown sia una delle ipotesi previste – generale, parziale, localizzati, o come quello che abbiamo visto a marzo – era previsto. Speravamo, auspicavamo di non arrivare a quelle ipotesi. Ma se guardiamo anche ai Paesi accanto a noi, sono purtroppo ipotesi realistiche”.

 

Serve un mese di lockdown nazionale per dimezzare i contagi

Secondo un'analisi della Fondazione Gimbe le misure dei Dpcm di ottobre sono insufficienti e tardive. Senza immediate chiusure locali servirà un mese di lockdown totale, nazionale per dimezzare i contagi da Coronavirus, basti considerare che in una settimana i decessi sono più che raddoppiati (+10,8%) e che i nuovi casi hanno registrato un aumento dell’89%. Tra due settimane l’indice Rt che misura la velocità di diffusione del virus avrà registrato solo una riduzione del 20-25%.

 

Sulla base di questi dati in alcune aree del Paese non è più procrastinabile il lockdown totale per arginare il contagio diffuso e ridurre la pressione sugli ospedali, spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe.

 

Mantenendo questi trend di crescita – osserva invece Enrico Bucci, professore aggiunto alla Temple University -, all’8 novembre si stimano 31.400 ricoverati con sintomi e 3.310 in terapia intensiva. Assisteremo dunque ad un incremento della mortalità non più solo legata al Covid.

 

Da considerare poi che questa seconda ondata, a differenza della prima, sta interessando tutte le regioni italiane, comprese quelle del Sud meno attrezzate dal punto vista sanitario, e che la stagione invernale è appena iniziata, abbiamo ancora davanti 5 lunghi e duri mesi.

 

Conte chiede all’Ue un anticipo sul Recovery

Mentre si discute di un possibile lockdown anche in Italia, il premier Conte è tornato ad incalzare l’Ue sul Recovery fund. Ieri in aula a Montecitorio il presidente del Consiglio ha ribadito ancora una volta che rimane urgente una positiva conclusione del negoziato sul Next Generation EU e che “far partire al più presto i programmi e l'erogazione dei fondi europei rappresenta un obbligo morale verso le decine di migliaia di vittime europee e verso i cittadini".

 

In risposta, fonti di Bruxelles hanno fatto sapere che il piano non sarà operativo prima di febbraio e che il pagamento dell’anticipo del 10% subirà un ritardo.

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